Perché la Chiesa promuove le CER
Nell’enciclica Laudato Si’ Papa Francesco ricorda che il compito di prendersi cura del creato è stato affidato ad ogni cristiano, e che le varie crisi globali – quella economica, quella ambientale, quella sociale – sono strettamente correlate tra loro e richiedono un approccio integrale. La questione energetica, che tocca ognuno di questi ambiti, ne è un esempio emblematico.
Perché aderire ad una CER
- Benefici sociali
Le CER permettono di rafforzare i legami di una comunità e aiutare persone in condizioni di povertà, consentendo loro di beneficiare di incentivi economici e coinvolgendole in attività educative comunitarie su temi ambientali.
“Di fatto, il deterioramento dell’ambiente e quello della società colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta: «Tanto l’esperienza comune della vita ordinaria quanto la ricerca scientifica dimostrano che gli effetti più gravi di tutte le aggressioni ambientali li subisce la gente più povera».”
Laudato Si, 48
- Benefici ambientali
Le CER contribuiscono a ridurre le emissioni di CO2 dovute alla produzione e al consumo di energia proveniente da fonti fossili, favorendo il processo di transizione energetica a livello locale.
“In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso. Questo semplice esempio indica che, mentre l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza.”
Laudato Si’, 179
- Benefici economici
Le CER permettono di ridurre i costi dell’energia per i partecipanti, in primo luogo grazie all’energia autoconsumata. Inoltre, l’energia prodotta e contestualmente consumata dagli altri membri della CER, dà la possibilità di beneficiare di incentivi economici.
“Per affrontare i problemi di fondo si rende indispensabile un consenso mondiale che porti, ad esempio, a sviluppare forme rinnovabili e poco inquinanti di energia, a incentivare una maggiore efficienza energetica, a promuovere una gestione più adeguata delle risorse.”
Laudato Si, 164
Cos’è una CER
La comunità energetica rinnovabile (CER) è una forma partecipativa volta a promuovere lo sviluppo, la produzione, il consumo e la condivisione di energia prodotta da fonti rinnovabili il cui principale obiettivo è quello di fornire benefici economici, sociali e ambientali al territorio in cui opera.
La CER si costituisce come soggetto giuridico autonomo, dotata di un proprio statuto, e si basa sulla partecipazione aperta e volontaria dei suoi membri, che possono decidere di recedere e uscire in qualsiasi momento dalla configurazione.
L’energia prodotta in eccesso rispetto al fabbisogno della CER stessa può essere stoccata in impianti di accumulo, venduta in rete e remunerata secondo un prezzo stabilito dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
Sebbene le CER per legge non possano avere finalità di lucro derivante dalla vendita dell’energia elettrica (per le imprese, questo significa che la partecipazione alle CER non può costituire l’attività commerciale principale), possono rappresentare una notevole occasione di risparmio economico per i membri.
I ruoli dei membri
La CER è composta da soggetti prosumer e soggetti consumer.
Prosumer: sono proprietari di impianti rinnovabili, producono energia elettrica, ne consumano una parte (sono, cioè, auto-consumatori) e ne condividono la parte in eccesso con i consumer (consumatori) all’interno della CER.
Consumer: non hanno un proprio impianto di produzione, ma ricevono energia da fonte rinnovabile condivisa dai prosumer della CER.
Chi può farne parte
- Persone fisiche (privati cittadini e famiglie)
- Piccole e medie imprese (escluse le aziende energetiche)
- Amministrazioni comunali ed enti territoriali
- Enti religiosi e parrocchie
- Enti del terzo settore e di protezione ambientale
- Enti di ricerca e formazione
Localizzazione territoriale di una CER
È necessario che i membri della CER siano connessi alla stessa cabina primaria. Per individuare le aree delineate dalle cabine primarie è possibile consultare la mappa sul sito del GSE: https://www.gse.it/servizi-per-te/autoconsumo/mappa-interattiva-delle-cabine-primarie
Cos’è la condivisione virtuale dell’energia
L’energia condivisa è definita come il minimo, in ciascun periodo orario, tra l’energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti a disposizione della CER e l’energia elettrica prelevata dall’insieme dei membri della CER stessa.
Possibili forme giuridiche di una CER
- Associazioni riconosciute e non riconosciute,
- Fondazioni di partecipazione,
- Cooperative,
- Consorzi e società consortili.
Fasi di costituzione di una CER
- Fase di formazione, sensibilizzazione e discernimento;
- Fase di studio preliminare;
- Fase di costituzione della CER;
- Progetto dell’impianto e studio di fattibilità;
- Campagna di raccolta adesioni;
- Attivazione;
- Realizzazione impianto – finanziamento;
- Accesso agli incentivi;
- Attivazione pratiche con il GSE.
Possibili modelli
Cautele
- È opportuno che ogni diocesi costituisca un gruppo di lavoro che coinvolga gli uffici interessati, sia pastorali che amministrativi, e figure tecniche con competenze economiche, finanziarie, giuridiche e caritative;
- Avviare un percorso di maturazione e sensibilizzazione del territorio sul tema CER, in particolare tramite il coinvolgimento delle famiglie e persone più vulnerabili;
- Esistono organizzazioni e istituzioni che possono rappresentare una fonte importante di informazione e fornire strumenti operativi (ad es. Confcooperative, ENEA, …);
- È importante mantenere sempre un equilibrio tra le preoccupazioni di ordine tecnico/ giuridico e le prospettive dell’iniziativa in termini di animazione delle comunità e di promozione del protagonismo delle persone e delle comunità fragili;
- Nell’individuare consulenti, player, operatori nelle varie fasi di costituzione della CER, è consigliabile confrontare più operatori, effettuando opportune verifiche senza prendere decisioni affrettate;
- Valutare attentamente la sostenibilità economica del progetto;
- Avvalersi della collaborazione di consulenti esperti e professionali sul territorio;
- Valutare la forma giuridica più idonea al contesto specifico;
- È consigliabile costituire la CER prima di completare la realizzazione impianti. Ciò non esclude la possibilità di avviare studi preliminari;
- Dal momento che la CER prevede libero ingresso/uscita dei membri, è importante che il business plan sia sostenibile e che tenga in considerazione ogni aspetto.
Scarica il documento in formato PDF:
Documento a cura del Tavolo Tecnico sulle Comunità Energetiche Rinnovabili all’interno della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana. Contatto: tavoloenergia@chiesacattolica.it
Ultimo aggiornamento: 13/02/2024